Il titolo la dice abbastanza lunga: Cold, freddo, poca o nulla amenità. 

Io preferisco i bigliettini da visita, che ho studiato e fatto stampare come li volevo io e come vorrei averli se fosse dall’altra parte. Un pezzettino di carta che dice molto.

Ma, anche per consegnare i biglietti ci vuole un minimo di attenzione. 

Quindi, perché non consegnare i biglietti da visita senza motivo aparente?

Il primo è molto evidente: il senso di invadenza. Quante volte hanno cercato di consegnarci un depliant per strada? E quante volte abbiamo provato a non riceverlo? Ecco. 

A questo aggiungiamo che i nostri dati sono scritti sopra e il servizio è completo: saremo anche poco professionali.

L’impressione di disperazione. Fa passare il messaggio che cerchiamo disperatamente di vendere servizi o prodotti. Una sorta di spammer offline

L’impersonalizzazione. Se dopo giorni cercando di fare qualcosa di interessante inizio a regalare i bigliettini a destra e a manca, che senso ha “perdere” tempo nel personalizzarli? 

Senso di negazione. Se ci impongono di accettare qualcosa, è sicuro che sarà l’ultima cosa che vorremo fare. L’agressività dietro a “dover” accettare dei biglietti ci fa scrivere nella nostra testa “NO!”

Alto rischio di smarrimento. Sì, quante cose ci troviamo nelle borse o nelle tasche che, appena possiamo, buttiamo senza nemmeno controllare. 

La perdita di valore. I biglietti sono un invito a visitare o a chiedere maggiori informazioni. Dovrebbero essere -quasi- nominativi, per capire chi ci contatterà e magari avere una mezza idea del motivo, snellendo le eventuali telefonate.

Finiti. È la legge di Murphy, appena potremo consegnare un bel biglietto da visita, non li avremo più.

Decontestualizzazione. Una conversazione previa permette capire se il destinatario è interessato a ricevere il biglietto, contestualizzando il motivo e creando le opportunità. 

Sostenibilità. Sono sempre e comunque pezzi di carta, hanno un impatto sull’ambiente. Meglio non sprecarli, no?

Impatto sulla propria immagine, perché crea una percezione poco professionale.

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