Ogni professione ha il suo codice deontologico e, i traduttori e gli interpreti professionisti non ne restiamo fuori.
La trasparenza consiste nel dare informazioni veritiere. La deontologia recita: “Sono vietate le pratiche commerciali ingannevoli e aggressive così come definite dal codice del consumo (decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206)”
La mancata osservanza della deontologia ha delle conseguenze a breve, medio e lungo termine. Perché tradurre è, tra l’altro, comunicare in modo fedele. Ciò comporta un esercizio di fiducia da parte dei clienti e dei colleghi con i quali ci interfacciamo.
Ma ci sono altri elementi che devono essere rispettati sì o sì da ogni professionista e che riconosciamo molto nettamente quando vengono a mancare.
Quello che mi dà più fastidio tra tutti è la mancata correttezza: tempo fa una collega decise -e disse apertamente- che i suoi prezzi dipendevano dalla persona che aveva davanti, maggiorando gli onorari quando erano notai. Notai del sudore freddo prevedendo il disastro che si potrebbe trovare davanti, e nella mia testa mi segnai ancora più a fuoco la frase “Ogni cliente va rispettato, sempre e comunque”.
Perché la trasparenza è anche dare a ogni documento il giusto peso, preventivando unicamente il tempo di lavoro e le proprie conoscenze. Bisogna ricordare che ogni cliente può fare tutte le domande che ritiene opportune prima di accettare o meno un preventivo, e anche le risposte devono essere corrette.
A questa collega non va tanto bene in questo momento: ha perso la fiducia di tante persone, me compresa. E in una professione come la nostra, dove il networking e il passaparola sono degli assi portanti, conoscere le regole del gioco è una questione di sopravvivenza.
Hai mai dato un’occhiata al codice deontologico della professione?